Breve viaggio (tra sogno e realtà) alla scoperta di alcuni aspetti della Forma Antica dello Stile Yang

Secondo capitolo

Con qualche sobbalzo e stridere dei freni sulle ruote il tram si ferma. Attento alle spiegazioni di Jian (ma è davvero così vecchio? 108 anni?!? Boh?!?) non mi accorgo che tutto intorno è calata una grande nebbia, non vedo al di là di pochi metri. La guida mi dice di seguirlo.  Entriamo in una stanza con pareti elicoidali che mi danno le vertigini.

Siamo accolti da un professore che comincia a parlare (sempre in Cinese, e io lo capisco!), senza neppure presentarsi.

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IL SIGNIFICATO DEL NUMERO 108

Fra i praticanti della forma 108 stile Yang, si intende di solito che la forma praticata contenga 108 movimenti o posizioni. Ma questa ipotesi è insoddisfacente perché i criteri usati per determinare esattamente ciò che costituisce un movimento variano considerevolmente. In realtà, esistono centinaia di “sotto-movimenti” ai tradizionali 108, il che rende assai difficile la determinazione numerica dei movimenti. Si possono individuare 108 sequenze, con nomi più o meno suggestivi, ma se approfondiamo la cultura orientale scopriamo che il numero 108 ha per gli orientali, ma non solo per essi, un significato che trascende l’aspetto puramente numerico quantitativo ed entra in quello molto più misterioso dell’interpretazione numerologica.

Il numero 108, soprattutto nelle Culture orientali, sembra veramente essere il “PIN” (Personal Identification Number) di connessione dell’uomo e la sua immanenza con la Creazione e la sua trascendenza.

Nelle antiche Religioni orientali il numero 108 è considerato “numero sacro”. Nell’Induismo, Buddhismo, Sikhismo, Giainismo, ecc…  esso ha un significato, appunto, “trascendente” ed in molte regioni indiane è legato alle pratiche dello yoga e del Dharma.

  • Il Mala, il rosario indiano e del Akṣamālā buddhista, è formato di 108 grani.
  • Le divinità induiste hanno 108 nomi.  
  • È il numero dei peccati nel Buddhismo tibetano.
  • È il numero delle stelle considerate sacre nell’astrologia cinese.
  • In Giappone, alla fine dell’anno, una campana è suonata 108 volte per salutare il nuovo anno. Ciascun rintocco rappresenta una delle 108 tentazioni materiali cui una persona deve resistere per raggiungere il Nirvana.
  • È il numero dell’al-Kawthar, il più corto tra i Sura del Corano.
  • Ci sono 108 linee di energia, o nadi, che convergono a formare il chakra del cuore.
  • 108 è un numero “Harshad”, significa che è un numero intero positivo divisibile per la somma delle sue cifre. Harshad significa “grande gioia” in sanscrito.
  • Il diametro del Sole è 108 volte il diametro della Terra.
  • La distanza tra il Sole e la Terra è 108 volte il diametro del Sole.
  • La distanza media della Luna dalla Terra è 108 volte il diametro della Luna.
  • In astrologia, l’argento metallico si dice che rappresenti la luna. Il peso atomico dell’argento è 108.                                                                                                                                           
  • Il numero 108 simboleggia l’unione di Siva e Shakti: la Creazione del Mondo.

Il numero 108, analizzato simbolicamente, è così spiegato:

  • 1 = bindu (simbolo della condizione germinale): è il punto dal quale inizia la creazione e si sviluppa la molteplicità;
  • 0 = sunyata (la qualifica di vuoto): il vuoto, quello stato da raggiungere se ci si vuole liberare dal Samsara (ciclo perenne del divenire; trasmigrazione; corso dell’indefinita successione di nascita-vita-morte-rinascita);
  • 8 = ananta (senza fine): è l’infinito, il senza fine.

Dai Classici del Tai Chi otteniamo queste informazioni:

  • Tai Chi = 1,
  • Wu Chi = 0,
  • Gli Otto trigrammi (Bagua) = 8

Nella logica informatica,1 e 0 sono gli elementi fondamentali della logica binaria (bit) mentre 8 rappresenta la parola (byte) che possiamo costruire da essi.

E’ più probabile che il numero 108 applicato al Taiji Quan trovi le radici della sua applicazione nelle influenze buddiste che tale arte marziale, così come altre, ricevette nel corso della storia da parte di questa religione. Bisogna risalire al concetto delle 108 Bonno (un termine di complessa traduzione che può essere reso con Contaminazioni, Illusioni, Passioni).

E’ una tendenza asiatica quella di rappresentare concetti profondi, come quello delle 108 Bonno, in cose ordinarie. Profondi, interiori significati vengono catturati nelle forme mondane esteriori. Ad esempio, i monasteri buddisti si raggiungono di solito dopo aver percorso 108 gradini.

Altri (Walmsley) ritengono che 108 rappresenti la struttura angolare dei movimenti della forma. Secondo questa interpretazione, l’esecuzione corretta dei movimenti della forma dovrebbe rispettare la cosiddetta “struttura 108°”. 108° sono gli angoli formati in un pentagono regolare e gli angoli derivati da esso sono 36°, 54°, 72°. Tutti questi angoli si ritrovano all’interno della forma misurando le angolazioni formate dagli arti e dal corpo durante l’esecuzione. La figura geometrica del pentagono ha un richiamo evidente nella Teoria dei 5 elementi taoista, e nella nostra cultura la stella a 5 punte, ottenuta unendo i vertici del pentagono, era il simbolo dei Pitagorici che vedevano in essa alcune importanti proprietà geometriche; infatti la sua costruzione si basa sulla sezione aurea (vedi più avanti) e da essa si riesce a generare la curva detta spirale logaritmica. All’interno della forma il movimento a spirale è insito nell’esecuzione corretta della stessa in accordo con i Classici del Tai Chi Chuan.

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Pesante, ragazzi! Seguire il professore è stato pesante!

Pausa per il thé, ci vediamo fra 10 minuti.

Meno male!

Il professore sparisce e Jian mi porta in una stanza dove a servire il thé ritrovo un ragazzo che avevo più volte ammirato al Festival dell’Oriente. Come facevano gli antichi pescatori cinesi, fa roteare nell’aria la teiera di rame, con il suo lunghissimo becco, che, alla fine di innumerevoli volteggi e spirali, resta come sospesa per aria mentre il thé riempie le tazzine di pregiata porcellana cinese.   

Suona un gong e Jian mi sollecita a rientrare in aula. Quasi mi scotto la lingua per finire il thé rapidamente. Rientriamo in aula ma, invece del professore, un bambino di circa 7 o 8 anni sta in piedi davanti alla lavagna che, invece di formule astruse come prima, mostra un’infinità di operazioni semplicissime, scritte con grandi gessi colorati. Mi siedo e il bambino comincia a parlare.

<<Nǐ hǎo, il mio nome è Guāng () che, nella tua lingua, vuol dire Luce.

Il mio collega di prima, il professor Fēnxī (分析), che vuol dire Analisi, vi chiede scusa ma è dovuto scappare d’urgenza perché deve presiedere la commissione d’esame per l’annuale verifica di tutti i Gran Maestri, che ancora studiano e praticano presso il Centro Interiore del Tai Chi Chuan. Sapete cosa dice il Principio numero 8:

  • NÈI WÀI XIĀNG HÉ: unire la parte esterna con quella interna.

E così mentre voi praticate di là, all’esterno, loro, i Grandi Maestri del passato, praticano di qua, nella realtà interiore!

Ma adesso ascoltami bene, perché ti parlerò di una cosa che sembra difficile ma che, osservando attentamente la natura, potrai prima intuire e poi comprendere.>>

Fine secondo capitolo

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